Quando una mamma deve tagliare il cordone ombelicale con i propri figli? quando e quanto lasciarli alle cure di altre persone?
Premetto che la mia visione razionale sull'argomento è in netto contrasto con quello che poi mi è esploso nel cuore non appena ho sentito i battiti dei cuoricini dei teppisti nella mia pancia.
Come forse ho già accennato, io, per cause di forza maggiore, sono cresciuta per la maggior parte con i miei bisnonni, che ho amato alla follia e che comunque nulla hanno tolto all'amore che nutro per i miei genitori, quindi da figlia ho vissuto un taglio decisivo del cordone ombelicale e posso dire che non ha portato traumi (o io ne sono tuttora inconsapevole). Per questo motivo, avendo già provato l'esperienza, ho sempre sostenuto che sì, anche io avrei lasciato spesso i miei eventuali figli ai nonni o ad altrui amorevoli cure in caso di necessità o anche per riposare/distrarmi.
Ecco, appunto. Ho detto "eventuali figli". E qui mi tocca fare outing, perchè non so fino a che punto il mio vissuto abbia influenzato il mio modo di vivere la maternità. I miei teppisti sono stati a lungo desiderati, sono frutto di un percorso lento, doloroso ed estenuante, sono arrivati dopo lacrime e delusioni e punture nella pancia, dopo anni di esami e controesami, sono un sogno che si è fatto realtà quando ormai facevo fatica a continuare a crederci e a sperare. Per questo quando nell'ambulatorio della PMA mi hanno detto "signora, lei è incintissima! sono 2!" è stata gioia allo stato puro, al limite della follia. Per questo forse faccio ancor più fatica a separarmi da loro anche per poche ore. Non sento il diritto di sentirmi stanca, affranta, di lamentarmi (a parte qui sul blog, ma è la mia valvola di sfogo). Loro sono le mie meraviglie, sono stati talmente sudati che non voglio perdermi un attimo dei loro sguardi, dei loro sorrisi. Sono gelosa dei loro baci e dei loro abbracci, voglio esserci quando fanno nuove scoperte per vedere quelle espressioni buffe sui loro visini. Poi magari sclero, la sera arrivo uno straccio e per trovare il tempo di lavarmi i capelli devo incastrare ogni cosa al millimetro, ma senza di loro non ci so stare.
Eppure tanti anche con noi hanno insistito "ma perchè non li lasciate! Qualche giorno, a dormire....così vi riposate!!". Questo fin da quando erano piccolissimi. Fin da quando ancora li allattavo. Perchè sì, fino ai 3 mesi e mezzo usavo anche il tiralatte, dopo il latte non l'ho avuto più e gli ho dato l'artificiale. Perchè l'unico modo di aiutarci pareva tenere i bambini, mentre in realtà per una mamma l'aiuto migliore è l'incoraggiamento ad accudire lei stessa i propri figli, la garanzia di un po' di intimità nel momento di allattare, una mano con tutto il resto. Ho ceduto poche volte a questo tam tam (che continua ancora oggi anche se per carità non è da mettere in dubbio la preziosa disponibilità dei nonni & C., per fortuna). Una volta è stato circa 20 giorni dopo il parto quando marito per farmi distrarre (era dalla 28esima settimana che vivevo tra letto, divano e ospedale per minaccia di parto prematuro) mi ha portato al cinema un pomeriggio a sorpresa. Risultato: ho pianto a guardare "L'era glaciale", controllavo compulsivamente il cellulare per vedere se mia mamma (che teneva i bimbi) chiamava, e sono arrivata a casa con la maglietta fradicia di latte. La seconda volta ho ceduto a mia mamma che per concedermi una notte di sonno (effettivamente erano 2 mesi che non riuscivo a dormire più di 2 ore di fila) mi ha tenuto i bimbi a dormire a casa sua. Risultato: non ho chiuso occhio e alle 6 di mattina mi sono alzata per andarmeli a riprendere. Insomma quando li ho lasciati per "riposare" come tutti intorno suggerivano è stata più una violenza che altro, non lo rifarei, anche perchè l'ho fatto soprattutto per far tacere le continue insistenze e insinuazioni di esagerazione o rifiuto di aiuto (ma è così difficile da capire che ci sono mille altri modi di aiutare una mamma?). Ovvio che desidero che i miei teppisti stiano bene anche quando io non ci sono ed è naturale che la loro rete di rapporti sociali si allargherà sempre di più (a settembre poi andranno al nido), e a volte mi capita di doverli lasciare per necessità, una visita medica, una spesa al supermercato con calma, ecc. ma non è giusto forzare i tempi o insistere sui modi, nè di una mamma, nè di un bambino. Non è giusto etichettare negativamente una mamma che ce la mette tutta e fa del suo meglio, giorno dopo giorno, per crescere i suoi figli e che con loro ci sta con piacere. Se così deve essere vado orgogliosa del mio essere Mamma Chioccia.
Magari avrai già letto il mio commento al post di Diana, ma eccomi, ci sono anche io a chiocciare insieme a te. Si sono d'accordo su tutto compreso arrivare a sera come degli straccetti e magari dare in escandescenze una volta in più. 1 bacione grande.
RispondiEliminahai perfettamente ragione...a noi decidere tempi e modi...un'altra mamma chioccia!
RispondiEliminami sono commossa su queste parole
RispondiElimina"perchè l'unico modo di aiutarci pareva tenere i bambini, mentre in realtà per una mamma l'aiuto migliore è l'incoraggiamento ad accudire lei stessa i propri figli, la garanzia di un po' di intimità nel momento di allattare, una mano con tutto il resto"
quanto sono vere, quanto le condivido, quanto sono simile a te nel rapporto con i miei twins.
hai scritto un post bellissimo.
meno male che non sono solo io a fare la mamma chioccia! :-) è bello sentirvi vicine
RispondiEliminaleggo solo oggi...eccomi qui ...presente all'appello ...anche io mamma chioccia....
RispondiEliminae quante volte mi son sentita in colpa perchè non li mollavo a nessuno .... ancora oggi faccio fatica a lasciarli (già vanno al nido....) e anche se son stanca morta io voglio esserci ....