giovedì 12 gennaio 2012

Ciao nonno

è passata una settimana da quando hai raggiunto la nonna in cielo. E' stata durissima lasciarti andare, perchè bisogna accettare che fossi stanco dei tuoi 98 anni, e volessi riposare per davvero, finalmente di nuovo accanto a chi hai amato per una vita. Accanto a Lei, con i gambaletti color carne, le scarpe larghe e le gonne tutte uguali. Lei che per farmi contenta preparava tortellini tutti i giorni, ed io li mangiavo anche se non ne potevo già più. Lei che mi cullava, dondolandomi tutte le sere seduta sul letto, e mi raccontava le favole prima di dormire, sempre le stesse. Lei che adorava giocare a carte, come me, prima che il Signor Alzheimer la prendesse tra le sue braccia e se la portasse via. Lei, che adorava i bambini, ma che quando gli ho detto "nonna! ne aspetto 2!" mi ha risposto, poco prima di lasciarci, che sarebbe stato meglio mi prendessi 2 pupazzi. Lei che aveva il sorriso per tutti ma tempo solo per me e mio fratello. Che a Natale faceva il riso in brodo con la carne dentro che a me non piaceva (mentre a te sì), ma tanto c'erano sempre i tortellini. Lei che tutti i pomeriggi mi aspettava davanti alla scuola, anche con i bigodini in testa. Lei...e le rose del suo orto...L'ultima rosa da parte tua nonno, gliel'ho portata io, il giorno che ci hai lasciato. Una rosa gialla, la sua preferita, per raccontarle che presto saresti tornato da Lei per non lasciarla mai più. Io invece mi tengo stretta i ricordi. Del tanto tempo passato insieme. Delle litigate davanti alla tv, perchè io volevo guardare i Puffi e tu il tg. Delle partite a tresette...e pensare che ora non mi ricordo più come si gioca. Di quando mi hai insegnato ad andare in bicicletta. Delle lunghe estati al mare insieme, e gli interminabili giri sulle macchinine a gettone...ti divertivi di più tu a guardarci che noi!  E le sfide a braccio di ferro...sudate, ma chissà perchè sempre vinte. La verticale sulle mani, io ma anche te! (e già non eri più un ragazzino!). Le corse nell'orto a bere l'acqua fresca dal tubo di gomma. L'inconfondibile fischio con cui mi richiamavi dalla finestra quando era ora di mangiare. Ed i lunghi racconti sulla guerra, e sulle tue birichinate, sempre in bilico tra realtà e fantasia, ma che avrei sentito e risentito per sempre. Mi mancherai nonno, mi mancherà il tuo entusiasmo, le tue braccia forti, l'allegria e la semplicità.

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